martedì 27 marzo 2012

Una brava illustratrice...

Ve la linko di sonno perchè ho corsa...cioè: ve la linko di corsa perchè ho sonno :-D

http://www.violetalopiz.blogspot.it/


Sapete perchè ve la consiglio? Perchè sono stufissima degli artistoidi insulsi che gironzolano per le fiere di "fumetto indy". Lei spigne. Punto.

domenica 25 marzo 2012

Trovare un editore: un lavoro a tempo pieno.

Se qualcuno di voi si è mai cimentato nella scrittura o nel disegno di libri illustrati e fumetti sa già di cosa mi accingo a parlare. La ricerca affannosa di un editore serio, ragionevole e di buon gusto che si prenda il mio materiale (di indubbia qualità) e che lo pubblichi, con tanto amore e con la dovuta dedizione. Che faccia il suo lavoro insomma. Eccomi qui, laureata da nemmeno una settimana (non vi racconto com'è andata...è andata benissimo) e già di nuovo alle prese con i miei progetti, quelli che avevo temporaneamente archiviato in vista degli impegni scolastici per la tesi.
Al momento ho un saggio, un romanzo (con illustrazioni, chiaramente) e un fumetto che necessitano di essere piazzati al più presto sugli scaffali di tutte le librerie italiane. Ce la farò? Chi lo sa.
Una cosa è certa, questa seconda volta (la prima mi aveva portato a pubblicare Elenoir, il mio primo romanzo) parto già con le idee chiare riguardo ad un sacco di cose: sfanculare una buona fetta di editori in quanto richiedono laute somme di denaro per pubblicare le mie fatiche; scegliere tra centinaia di editori diversi solo ed unicamente quelli che piacciono a me e poi sperare che io piaccia a loro- un po' come in una relazione amorosa; curare i miei prodotti al massimo delle mie potenzialità, senza fretta e senza lasciarmi influenzare da questo o quell'editore nella speranza vana che una somiglianza con i loro prodotti possa facilitare il mio ingresso nel loro catalogo; non prendermi troppo sul serio: se va, bene, se no, chissene, so come funziona e so che non è facile.
La cosa di cui però non posso fare a meno di parlare è la quantità di modus richiesti da parte delle diverse case editrici per l'invio dei manoscritti! Vi narro i più divertenti in cui mi sono imbattuta fin'ora e, visto che ci sono, vi indico le 4 o 5 (o più) cose che bisogna assolutamente fare per inviare i propri manoscritti nel migliore dei modi (e nel migliore dei mondi possibili).
Allora: la casa editrice con le direttive più assurde in cui mi sono imbattuta è la e/o che a quanto si dice sul suo sito accetta proposte solo nei mesi di ottobre, febbraio e giugno. Nei restanti mesi si vede che manda i suoi lettori professionisti a svernare con valigioni pieni di manoscritti in qualche isola caraibica.
Per quanto riguarda i colossi come Mondadori, Bompiani e Rizzoli e Feltrinelli la cosa è chiara: bisogna avere dei santi in paradiso, ovvero conoscere gente che ci lavori. Qualche anno fa, e qui vi racconto una storiella divertente, ero alle prese con la ricerca dell'editore per Elenoir (che, per inciso, alla fine fu Foschi, il quale sarà il primo a cui manderò il manoscritto di Elenoir 2). In preda ad un attacco di ingenua follia, trovato un numero di telefono qualsiasi sul sito di Mondadori, decisi di chiamare per avere informazioni. Non ricordo chi mi rispose e nemmeno da quale ufficio parlasse ma ricordo quello che mi disse: "Hai parenti, amici o conoscenti che lavorano in Mondadori? Beh, allora risparmia fatica e denaro e rivolgiti altrove, fidati.". Così feci.
Altra cosa buffa è che, se si va, ad esempio, sul sito di Bompiani (ma anche su altri dello stesso gruppo editoriale) c'è una sottospecie di forum, che è più un botta e risposta, in cui se si vuole si possono rivolgere domande più o meno sensate alla direttrice, tale Elisabetta Sgarbi (credo, e dico, credo, sorella di Vittorio). Il forum è da leggere...interessante e divertente quanto inutile per capire dove andare a parare per la pubblicazione.
Poi ci sono i soliti editori a pagamento, poi quelli che hanno siti osceni, quelli che pubblicano solo cose in dialetto di Bergamo bassa e quelli che non vogliono i manoscritti cartacei perchè credono nella salvaguardia delle foreste (però non fanno gli e-book).
Insomma, è un  lavoro a tempo pieno. Ma permettetemi di darvi qualche piccola dritta:
  1. In questo link trovate l'elenco di tutti (chi più chi meno) gli editori italiani, comprensivo di scheda di ognuno di loro, nel bene e nel male. Non so quanto possa essere esaustiva ma si tratta di 300 e passa pagine che vi faranno risparmiare tempo e pazienza!
  2. Se volete pubblicare un romanzo ricordatevi di organizzare prima tutto il materiale da spedire. non ha senso andare in copisteria 3000 volte, no? Informatevi per prima cosa su quali sono gli editori che desiderano la copia cartacea del manoscritto e quali la vogliono la copia digitale, dopodichè fatevi due conti e andate a stampare;
  3. Ricordatevi di spedire i manoscritti avvalendovi della tariffa piego di libri, se no andrete falliti;
  4. Preparate una seria lettera di presentazione, non esagerate con l'autostima ma nemmeno siate dei Fantozzi: riconoscere il proprio valore è la cosa più importante quandosi vuole pubblicare bene.
  5. Scrivete una breve sinossi e poi anche una brevissima. Diciamo 2 pagine la prima e 5 righe la seconda;
  6. Individuate il vostro pubblico prima di individuare il vostro editore: girate per le librerie e guardatevi intorno. Che tipo di libri simili al vostro ci sono in libreria e chi li legge?
  7. La vostra biografia è importante: se questo è il vostro primo romanzo e fino a ieri avete fatto l'arrotino come mestiere, non importa. Se riuscite ad affascinare chi legge le mirabolanti avventure di un arrotino, figuriamoci cosa farete col vostro romanzo.
  8. Alcune case editrici vogliono sapere perchè sono state scelte da voi per l'invio del manoscritto. Fateglielo sapere che vi ha attirato la cura con cui hanno scelto il logo della casa editrice ma magari datevi un'occhiata anche al catalogo.
  9. Individuate i capitoli migliori del vostro libro, saranno quelli che invierete per fare in modo che chi li leggerà si faccia un'idea precisa del vostro lavoro;
  10. Conoscete qualche addetto ai lavori (scrittore, editor, direttore marketing....quello che vi pare) che faccia parte della casa editrice che vi interessa? Chiedetegli consigli senza vergognarvi ma non usatelo come passepartout per entrare nelle grazie dell'editore. Le cose, a volte, vengono da sè.
  11. Rileggete mille volte il manoscritto e non inviatelo finchè non ne siete pienamente soddisfatti: non vorrete arrivare alla pubblicazione dicendo "Eh, a pag. 207 avrei potuto...";
  12. Ricordatevi di inserire i vostri recapiti sia sulla busta che invierete che sul manoscritto, e non dimenticatevi di aggiungerli sulla lettera di presentazione e la sinossi, piccolini ma leggibili, in un angolo della pagina.
Detto ciò, mi dò un bell'imboccallupo e mi rileggo nuovamente Elenoir 2. Credo sia la decima volta, ma sono ancora all'inizio di questa avventura.

martedì 13 marzo 2012

Wildt: una mostra che non mi perderò.

Ebbene si. Dopo secoli in cui ho pregato in aramaico affinché venisse giustamente organizzata una megamostra su Adolfo Wildt , sotto quotato dalla critica, ma grande, scultore italiano dei primi del novecento, finalmente a Forlì ne organizzano una in quel stupendo complesso museale che sono i Musei di San Domenico. Di una bravura assurda il tipo. Beh, adesso non mi ferma nessuno, ho tempo fino al 17 giugno per fare una cosa che a questo punto è d'obbligo: terminare le riletture varie di Elenoir 2 (per chi non avesse letto Elenoir, il mio primo romanzo, che se lo leggesse) e farmi approvare il testo dal mio editore, nella speranza che non mi abbia data per morta. 
Hey, a proposito di news: martedì prossimo mi laureo in pittura, incredibile no?



mercoledì 7 marzo 2012

Se l'Italia fa schifo è per colpa loro.

Forse non tutti sapete che ci sono tre categorie di persone in Italia che rovinano le giornate a milioni di poveracci e poveracce costretti a subire incessantemente le loro idiozie e imbecillitudini: quelli che lavorano alle Poste, quelli di Trenitalia e coloro che lavorano nelle segreterie. Sono ben tre categorie di burocrati indefessi che passano le loro giornate ad architettare metodi di tortura legalizzati a discapito della nostra sanità mentale. Trovandoci in uno stato dove si tende a lasciare le cose come stanno è pressoché impossibile rivoltare questi luoghi allo scopo di cancellare dalla faccia della terra tali individui. E vabbè. La cosa di cui vorrei parlare adesso è che, quella che credevo essere una prerogativa di tali categorie risulta ahimè essere una caratteristica comune anche ad alcune persone che non vi appartengono. Ieri ho fatto la Tessera Musei di Torino che, grazie ad un accordo con l'Accademia di Belle Arti, mi costa solo 10 euro. Un piccolo miracolo in una landa desolata in cui sembra che la ricerca di cultura a scopo evolutivo sia una malattia venerea. Uno di quelli che lavora all'ufficio in cui  ho fatto la suddetta tessera fa parte, come esponente esterno alla categoria di cui sopra. E non basta. 
Un paio di settimane fa ho avuto a che fare con un professore che mi ha fatto roteare le sfere a velocità pari a c = \frac{1}{\sqrt{\mu \, \varepsilon  }}\,\! . Per prima cosa ha spostato l'esame dal 2 marzo al 24 febbraio, giustificandosi che, tanto, se non sapevamo nulla il 24 , ugualmente non avremmo saputo nulla il 2. Secondo logica quindi, se lui era un cazzone quando gli hanno regalato il posto di lavoro, lo è anche tuttora. Perchè dico questo? Presto spiegato: a grande richiesta è stato deciso che il 2 sarebbe stato possibile migliorare il voto dello scritto (che, premesso, non mi è andato male ) con un orale. Arrivata in classe, dopo una scenata omerica per via del fatto che non avevo specificato che ero li per dare una comunicazione e non per segnare il mio voto dello scritto (e nel frattempo il mio cognome era stato arbitrariamente segnato sul registro- ommioddiooo)... ecco che si scopre che i voti più alti erano di coloro che avevano preparato una tesina da dieci pagine o giù di li su argomenti attinenti al corso. Al che io propongo al prof di fare l'orale a giugno (come era mio desiderio e diritto) ed esprimo la volontà di voler per l'appunto integrare il mio voto con una tesina del cazzo (chiaramente non mi sono espressa così, però 10 pagine per me sono na cippa). Il messere, povero depredato della sua dignità di essere umano, si altera, dicendomi "io sono pagato per fare 50 ore, gli esami non mi vengono pagati" e quindi, in sostanza, che gli rompo le palle a voler fare l'esame a giugno (da notare che c'è pure la sessione di settembre e quella straordinaria di febbraio) e oltretutto a voler portare una tesina che (come già era avvenuto per la parte scritta dell'esame) "dovrà essere corretta nel mio tempo libero". Al che io gli volevo rispondere: 


  1. Che non me ne frega una beneamata minchia se lo pagano "solo" per fare lezione e non per gli esami: il problema è suo.
  2. Baciasse a terra ad avere quel lavoro, visto che come professore fa schifo (sia a livello didattico che come persona visto che - e la cosa è risaputa - è di un viscido pazzesco)
  3. Le dispense che ci ha dato sono vecchie di 10 anni (e non voglio dire che esame sia ma, fidatevi, si tratta di una materia che non può non essere aggiornata almeno annualmente, se non peggio)
  4. Io con le mie tasse pago il suo servizio che corrisponde al mettere il culo su quella benedetta sedia e fare il suo lavoro, visto che di persone volenterose e preparate là fuori è pieno.
  5. Secondo regolamento io posso scegliere quando fare l'esame: se a febbraio, a giugno, a settembre o addirittura a febbraio dell'anno dopo. 
  6. Se gli altri hanno portato una tesina, beh, la porto anche io.
Ma chiaramente preferisco sfogarmi liberamente qui, visto che in Italia è meglio lasciare le cose come stanno. Ad ogni modo l'esame lo dò a giugno. E porto anche la tesina. Tiè.