domenica 23 giugno 2013

Una visita alla palazzina di caccia di Stupinigi

Prima di lasciare Torino, città che mi ha ospitata per tre anni, ho deciso di visitare tutti i luoghi che, in questo periodo, non sono riuscita a vedere. La prima tra questi è la Palazzina di caccia di Stupinigi, capolavoro dell'architetto Juvarra.



Sul sito della GTT( Gruppo Torinese Trasporti) potete calcolare il percorso più comodo per arrivarci da casa vostra. Peccato che TObike non abbia pensato di mettere una bella stazione delle biciclette nei paraggi della palazzina, sarebbe stato bello arrivarci pedalando :-)


Ed ecco la mappa. Alla fine Stupinigi si trova ad un tiro di schioppo da Torino. Sarebbe stupido partire senza averla visitata. 



Informazioni:
Indirizzo: Piazza Principe Amedeo 7 - Nichelino (TO)
Telefono biglietteria: 011.013.30.73
Sito internet: http://www.ordinemauriziano.it
E-mail: stupinigi@ordinemauriziano.it biglietteria.stupinigi@ordinemauriziano.it 


martedì 18 giugno 2013

Il kit artistico e letterario per il Cammino di Santiago

Manca poco: il 18 agosto parto per Santiago de Compostela. Ho fatto la prova zaino e, escludendo gli extra (blocco per disegnare, colori e libri) sono già a sei chili e novecento grammi. Arriverò a nove non appena aggiungerò i libri che mi voglio portare e i colori (nove chili!!!!), ovvero:

1) la guida per il Cammino edita da Terre di Mezzo


2) un romanzo da leggere durante le pause (ho scelto l'arte di correre di Murakami Haruki edito da Einaudi)


3) un frasario di spagnolo che sennò son fregata (ho scelto quello della Mondadori che è piccolo ed essenziale)


Come colori e blocco da disegno penso che mi dovrò limitare ma facendo la mia tesi di laurea su questo viaggio, quanto più materiale riuscirò a recuperare lungo il tragitto, meno dovrò lavorare poi :-) 
Ecco la mia lista di cose essenziali:



I mitici acquerelli da battaglia Cotman, che se me li perdo non piango, le penne della Faber Castell, che nonostante suonino un po' come qualcosa da scuola elementare in realtà funzionano benissimo e sono fighe. Poi ovviamente matita, 2 pennelli e gomma. Come album credo che porterò un bel Fabriano Artistico. Et voilà.
Ce la posso fare.


domenica 19 maggio 2013

La fiera del libro di Torino


Lo so: il nome giusto è Salone Internazionale del Libro. Ma a me non è sembrato questo. È il secondo anno che mi reco alla mecca degli appassionati del libro di carta (e non) e quest'anno l'impressione che ne ho avuta, vuoi anche la mia stanchezza nei confronti di questo mondo, è di un luogo dove, editori annoiati cercano di vendere i libri che non vendono in libreria. Altro che idee che osano: stessa pappa di sempre, solo che fredda e senza sale. Gli editori che hanno talento e soldi da spendere creano dei prodotti belli ristampando autori famosi: un po' come se Ferrè o Valentino usassero le migliori stoffe per rifare collezioni di abiti con la moda dell'ottocento. Son buoni tutti. Non ci vuole nessun particolare talento per ristampare autori V.I.P. che sono già stati testati sul mercato in migliaia di copie. Vi cito uno di questi editori perchè, a parte la sua "simpatia", merita di essere citato per la bellezza delle cose che fa. Ma non le comprerete facilmente, costano un occhio della testa. Questo è il suo sito (molto brutto se paragonato alla bellezza dei suoi libri - fatti a mano o quasi) http://www.henrybeyle.com/. E questo era l'unico degno di nota di tutta la fiera.

Poi vogliamo parlare del biglietto di ingresso? Far pagare per entrare in quella che non è altro che una grande libreria mi sembra assurdo: far pagare 10 euro un'ingiustizia. Mettiamo che io avessi avuto dei figli maggiori di undici anni e li avessi giustamente voluti portare con me per fargli vedere il meraviglioso ed immenso mondo dell'editoria. Alla fine avrei speso un capitale, peggio che andare al cinema a vedere un 3D (anche col "ridotto" a 8 euro). Insomma, l'ultima volta che ci vado. Cosa mi aspettavo? Qualcosa di più coinvolgente rispetto alle fiere degli ultimi dieci anni. Mi sembrano secoli che bazzico questo mondo (dell'editoria) e mi sento stufa. 
Unica cosa che voglio assolutamente citare: Sergio Ponchione e le sue opere a fumetti. Io le posseggo, le ho lette e ne ho tratto piacere grafico e narrativo. È BRAVO E SIMPATICO E NON SE LA TIRA. Pubblica con un editore che ha gusto e occhio, ma soprattutto che fa il fumettista anche lui. 



Per il resto, la fiera dura ancora un paio di giorni...andate e divertitevi :-)

giovedì 16 maggio 2013

È tempo di emigrare.


Sono tornata da Bruxelles da pochi giorni e mi rendo conto di una cosa non importante, fondamentale: mi sento un'extracomunitaria nel mio stesso Paese. Non so se quello che mi (o forse dovrei dire "ci") aspetta all'estero sia meglio o peggio, ma è un cambiamento e questo mi basta. Non è possibile vivere in un posto dove se cammini per strada con una borse della spesa del LIDL la gente ti guarda come se trasportassi droga: quel marchio è lo stendardo della vergogna di coloro che al Carrefour c'hanno il parcheggio prenotato, ma io continuo ad amarlo perchè ci sono i Bretzel appena sfornati. È così che ci si sente, girando per le strade del centro vestiti un po' alla cazzo per via di sto tempo orribile. Barbon style. Mi piace pensare di poter andare in un posto dove inviare un curriculum abbia ancora il minimo valore e non dover stare a sentire un professore che ti dice "Beh sì, magari una ventina di anni fa li avrebbero anche letti i vostri curriculum, ma adesso...". E come non citare la differenza tra l'Italia e il Belgio che si nota per prima, invasi dalle pozzanghere, armi di distruzione di massa? Lì la gente inizia a frenare un centinaio di metri prima delle strisce pedonali, qui accellerano per aumentare la portata dell'onda anomala che investirà pedoni, carrozzine e biciclette. 
E poi ultima, ma non meno importante: il piacere di vedere delle aiuole dove, se il comune pianta dei fiori, i cittadini non se li rubano due ore dopo. Semmai li annaffiano.