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lunedì 31 dicembre 2012

Considerazioni di fine anno


La mia considerazione a fine anno è per tutti coloro che ci hanno provato, ma che ci hanno provato davvero pur non avendo tutto il talento del mondo; che pur non avendo l'Iphone e non avendo nulla di troppo cool da fotografare con instagram hanno avuto piacere a vivere momenti divertenti coi loro amici; che pur vivendo in un posto che magari gli fa schifo e non avendo manco i soldi per comprarsi un biglietto Ryanair per un weekend a Barcellona hanno invitato a casa propria i loro amici d'infanzia; che hanno perso il lavoro ne hanno trovato un'altro e hanno perso pure quello; che i loro genitori sono disperati perchè alla loro età si erano già scoppati il primo figlio; che la macchina non ce l'hanno perchè a loro piace andare a piedi, insomma, a tutti coloro che magari hanno smesso di crederci, ma che da domani cominceranno nuovamente a cambiare il Mondo.


My consideration at the end of this year, go to all those who have tried, and they really tried, despite not having all the talent in the world; who have not the Iphone and not having anything too cool to be photographed with instagram, have pleasure and enjoy some fun with their friends; that even if living in a place that sucks, and maybe not even having the money to buy a Ryanair ticket for a weekend in Barcelona have invited their childhood friends at home; who have lost their jobs have found another and have lost that too; to those that their parents are desperate because at their age had already had their first child; to those that does not have a car because they like to go on foot, in short, all those who may have stopped believing, but that tomorrow will begin again to change the World.

In the English version, there may be grammatical errors. Sorry :-)

lunedì 30 gennaio 2012

Lettera alla mia generazione: parte 1

Avete dormito sta notte? Quali erano i vostri pensieri prima di addormentarvi? C'è paura, ansia, panico oppure speranza, gioia e tranquillità? Quello che fate è frutto di una scelta giusta che avete fatto in passato o no? Avrete mai le possibilità che hanno avuto i vostri genitori? Eh, loro erano più poveri in partenza ma poi non hanno avuto troppi problemi a trovare un lavoro, farsi una famiglia e creare...voi. Noi saremo ancora qui tra dieci anni? A piangere per la colpa di essere nati in un mondo più complicato? Avremo la fortuna, perchè di fortuna si tratta, di poter fare quello per cui abbiamo studiato tanto, quello che ci renderebbe felici? O passeremo una vita insoddisfatta, accontentandoci di tappare i buchi con un lavoro che magari doveva essere solo "temporaneo, finchè non mi sistemo meglio"? 
Se siete persone che hanno fatto centinaia di chilometri per trovare una nuova città nella quale crescere, che hanno fatto tante esperienze, che si sono scottati e hanno cambiato la pelle, forse diventando un tantino più cinici (prima ancora che comparisse la prima ruga), non siete da soli. Se vi siete stufati di correre dietro al futuro dei vostri sogni, che tante volte avete visto così vicino, e adesso sentite premere qualcosa sul petto e sapete che non è altro che lo sguardo privo di comprensione di un'altra generazione che tutto ha preso e ora ci chiama bamboccioni, oltre al danno pure la beffa. 
Beh, alzate la testa e prendete un respiro e ancora una volta fate quello che vi è possibile. Sacrificatevi ancora. Ancora notti a lavorare senza nessuno che vi paghi, ancora cedere a compromessi privi di equità, ancora consapevolezza di un domani senza famiglia, ancora certezza di una fredda vecchiaia. Ma non pensate mai che sia la fine. Usiamo le nostre energie per aggrapparci alle zattere che di tanto in tanto passano per questo mare. Siamo tanti ma siamo tutti qui, nuotiamo fianco a fianco e l'unica cosa che possiamo fare è cercare di stare su, a galla facendo il morto. 
Non siete gli unici che vengono guardati come se fossero dei sacchetti della monnezza, raccolta differenziata ovviamente, a seconda di quello per cui vi siete preparati c'è un contenitore diverso. A volte persino i genitori stessi sembrano dirci con gli occhi e con le parole "che dopo tanti sacrifici" ora siamo come il vuoto a perdere.
Se siete donne è pure peggio. Le vostre mamme che "lottando hanno conquistato il diritto al voto" e vi hanno permesso di essere donne libere e lavoratrici, non schiave della famiglia, del matrimonio e del compito sociale di essere mamma ora vi vorrebbero sposate, magari con uno ricco, di buona famiglia. Ma mica per altro, loro si preoccupano per il vostro futuro. 
E tutto quello per cui avete combattuto voi? Tutte le volte che vi siete rese conto che le vostre mamme non avevano sconfitto tutti i draghi di cui vantavano battaglie gloriose? Quella volta che non vi hanno assunte perchè donna di quasi trent'anni? O quando per ricevere un si avreste dovuto lasciare che certe cose venissero fatte?
E poi niente assicurazione, niente contributi, niente certezza di rinnovo del contratto a progetto, niente cassa integrazione (beh, non avete nemmeno un contratto) o addirittura firmare dimissioni in bianco e cose così. 
E se lavorate in ambito artistico niente remunerazione per almeno i primi 10-15 progetti andati in porto il che, se va bene vuol dire i migliori anni della tua vita passati a sgobbare senza mettere nulla da parte per il futuro, vivendo in una casa minuscola insieme a persone ancora più depresse di te che non sanno nemmeno cosa faranno dopodomani, figurati tra un anno.

Non siete da soli.

martedì 13 settembre 2011

Zabalito


Sono tornata da pochi giorni da un corso intensivo di illustrazione tenuto da Javier Zabala. Costui ha fatto letteralmente impazzire l'intera classe, chi per un motivo e chi per un altro. Avete presente il classico tipo sulla quarantina passata, accento spagnolo, che prende un pennello e con due linee tira giù un capolavoro? Era pure simpatico! Ecco, ha disarcionato il mio senso estetico e lo ha portato così vicino all'astrattismo che adesso ho voglia di dimenticarmi dei materiali che ho usato fino ad oggi. Non voglio parlare del fatto che lui stesso mi ha detto delle cose... tra queste il fatto che devo uscire dal "mio" stile di fumetto perchè si tratta solo di un qualcosa utile a farmi sentire inserita in una comunità di persone che disegna così. Poi devo lavorare molto sulla composizione, i colori vanno bene, è meglio il mio segno a pennello che a pennino....cose così. So bene che chi non fosse illustratore si domanderà che diavolo di importanza possano avere queste cose... ma sono fondamentali, e lui le ha capite dopo solo tre giorni che mi conosceva. Un mito. E' stato un corso bellissimo anche perchè la classe era veramente affiatata e ci siamo trovati benissimo fin da subito: disegnare per strada, mangiare a villa Ada la pizza bianca i fichi e il prosciutto...chi se le dimentica???(grazie Patrizia per tutto quel cibo!). Appena arrivata a Roma non riuscivo a contattare colui che avrebbe dovuto ospitarmi e così mi sono fatta un giro da Fra e Rocco...e poi sono stata da Francesca "Zabala", in cui ho trovato un'ottima amica con cui confrontarmi :-) Sono piena di energie e mi rode solo doverle usare per la tesi...Sono in crisi nera e credo proprio che sarà un casino riuscire a darla adesso!!! (febbraio mi salverà)