lunedì 15 ottobre 2012

Il colore della Terra

Uno dei colori che finisce per primo, tra quelli presenti sulle tavolozze di noi pittori è sicuramente l'ocra. Il termine ocra deriva dal greco "ὠχρός" e significa giallo.


A mio modesto parere è un colore utilissimo, in quanto perfetto per essere combinato sia con altre terre che con pigmenti di tipo diverso. Io la uso per creare il colore dell'incarnato, della sabbia, della maggior parte degli intonaci di città, le foglie autunnali, alcuni tipi di legno, per scaldare i tipi di carta troppo bianchi con un tono un po' retrò. Insomma, ecco che con l'ocra ci si fa di tutto. 

Esistono due tipi di questo utile colore: quello di cui ho parlato fino ad ora è la tonalità gialla. 
La tonalità rossa, invece, più conosciuta e largamente utilizzata, è di colore rosso bruno. Fin dalla preistoria è stato utilizzato questo pigmento in quanto di facile reperibilità e di buona tenuta nel tempo, da un punto di vista della resistenza del colore.


 Ancora oggi si possono ammirare, più o meno in tutto il mondo, meravigliose pitture murarie realizzate con questo pigmento. Essendo molto coprente è stata usata anche per la realizzazione dell'inchiostro xilografico e per la colorazione del legno.



Ma il suo utilizzo più comune, da parte degli artisti, è sicuramente quello che la vede declinata in bastoncini rossastri e matite: la sanguigna, gioia e dolore di ogni studente d'accademia. Quelle linee che si sfumano morbide sulla carta, ma che lasciano pigmento ovunque, macchiando il bordo esterno delle mani, le cartelline i vestiti e tutto quello che incontrano sulla loro strada.






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