martedì 27 marzo 2012

Una brava illustratrice...

Ve la linko di sonno perchè ho corsa...cioè: ve la linko di corsa perchè ho sonno :-D

http://www.violetalopiz.blogspot.it/


Sapete perchè ve la consiglio? Perchè sono stufissima degli artistoidi insulsi che gironzolano per le fiere di "fumetto indy". Lei spigne. Punto.

domenica 25 marzo 2012

Trovare un editore: un lavoro a tempo pieno.

Se qualcuno di voi si è mai cimentato nella scrittura o nel disegno di libri illustrati e fumetti sa già di cosa mi accingo a parlare. La ricerca affannosa di un editore serio, ragionevole e di buon gusto che si prenda il mio materiale (di indubbia qualità) e che lo pubblichi, con tanto amore e con la dovuta dedizione. Che faccia il suo lavoro insomma. Eccomi qui, laureata da nemmeno una settimana (non vi racconto com'è andata...è andata benissimo) e già di nuovo alle prese con i miei progetti, quelli che avevo temporaneamente archiviato in vista degli impegni scolastici per la tesi.
Al momento ho un saggio, un romanzo (con illustrazioni, chiaramente) e un fumetto che necessitano di essere piazzati al più presto sugli scaffali di tutte le librerie italiane. Ce la farò? Chi lo sa.
Una cosa è certa, questa seconda volta (la prima mi aveva portato a pubblicare Elenoir, il mio primo romanzo) parto già con le idee chiare riguardo ad un sacco di cose: sfanculare una buona fetta di editori in quanto richiedono laute somme di denaro per pubblicare le mie fatiche; scegliere tra centinaia di editori diversi solo ed unicamente quelli che piacciono a me e poi sperare che io piaccia a loro- un po' come in una relazione amorosa; curare i miei prodotti al massimo delle mie potenzialità, senza fretta e senza lasciarmi influenzare da questo o quell'editore nella speranza vana che una somiglianza con i loro prodotti possa facilitare il mio ingresso nel loro catalogo; non prendermi troppo sul serio: se va, bene, se no, chissene, so come funziona e so che non è facile.
La cosa di cui però non posso fare a meno di parlare è la quantità di modus richiesti da parte delle diverse case editrici per l'invio dei manoscritti! Vi narro i più divertenti in cui mi sono imbattuta fin'ora e, visto che ci sono, vi indico le 4 o 5 (o più) cose che bisogna assolutamente fare per inviare i propri manoscritti nel migliore dei modi (e nel migliore dei mondi possibili).
Allora: la casa editrice con le direttive più assurde in cui mi sono imbattuta è la e/o che a quanto si dice sul suo sito accetta proposte solo nei mesi di ottobre, febbraio e giugno. Nei restanti mesi si vede che manda i suoi lettori professionisti a svernare con valigioni pieni di manoscritti in qualche isola caraibica.
Per quanto riguarda i colossi come Mondadori, Bompiani e Rizzoli e Feltrinelli la cosa è chiara: bisogna avere dei santi in paradiso, ovvero conoscere gente che ci lavori. Qualche anno fa, e qui vi racconto una storiella divertente, ero alle prese con la ricerca dell'editore per Elenoir (che, per inciso, alla fine fu Foschi, il quale sarà il primo a cui manderò il manoscritto di Elenoir 2). In preda ad un attacco di ingenua follia, trovato un numero di telefono qualsiasi sul sito di Mondadori, decisi di chiamare per avere informazioni. Non ricordo chi mi rispose e nemmeno da quale ufficio parlasse ma ricordo quello che mi disse: "Hai parenti, amici o conoscenti che lavorano in Mondadori? Beh, allora risparmia fatica e denaro e rivolgiti altrove, fidati.". Così feci.
Altra cosa buffa è che, se si va, ad esempio, sul sito di Bompiani (ma anche su altri dello stesso gruppo editoriale) c'è una sottospecie di forum, che è più un botta e risposta, in cui se si vuole si possono rivolgere domande più o meno sensate alla direttrice, tale Elisabetta Sgarbi (credo, e dico, credo, sorella di Vittorio). Il forum è da leggere...interessante e divertente quanto inutile per capire dove andare a parare per la pubblicazione.
Poi ci sono i soliti editori a pagamento, poi quelli che hanno siti osceni, quelli che pubblicano solo cose in dialetto di Bergamo bassa e quelli che non vogliono i manoscritti cartacei perchè credono nella salvaguardia delle foreste (però non fanno gli e-book).
Insomma, è un  lavoro a tempo pieno. Ma permettetemi di darvi qualche piccola dritta:
  1. In questo link trovate l'elenco di tutti (chi più chi meno) gli editori italiani, comprensivo di scheda di ognuno di loro, nel bene e nel male. Non so quanto possa essere esaustiva ma si tratta di 300 e passa pagine che vi faranno risparmiare tempo e pazienza!
  2. Se volete pubblicare un romanzo ricordatevi di organizzare prima tutto il materiale da spedire. non ha senso andare in copisteria 3000 volte, no? Informatevi per prima cosa su quali sono gli editori che desiderano la copia cartacea del manoscritto e quali la vogliono la copia digitale, dopodichè fatevi due conti e andate a stampare;
  3. Ricordatevi di spedire i manoscritti avvalendovi della tariffa piego di libri, se no andrete falliti;
  4. Preparate una seria lettera di presentazione, non esagerate con l'autostima ma nemmeno siate dei Fantozzi: riconoscere il proprio valore è la cosa più importante quandosi vuole pubblicare bene.
  5. Scrivete una breve sinossi e poi anche una brevissima. Diciamo 2 pagine la prima e 5 righe la seconda;
  6. Individuate il vostro pubblico prima di individuare il vostro editore: girate per le librerie e guardatevi intorno. Che tipo di libri simili al vostro ci sono in libreria e chi li legge?
  7. La vostra biografia è importante: se questo è il vostro primo romanzo e fino a ieri avete fatto l'arrotino come mestiere, non importa. Se riuscite ad affascinare chi legge le mirabolanti avventure di un arrotino, figuriamoci cosa farete col vostro romanzo.
  8. Alcune case editrici vogliono sapere perchè sono state scelte da voi per l'invio del manoscritto. Fateglielo sapere che vi ha attirato la cura con cui hanno scelto il logo della casa editrice ma magari datevi un'occhiata anche al catalogo.
  9. Individuate i capitoli migliori del vostro libro, saranno quelli che invierete per fare in modo che chi li leggerà si faccia un'idea precisa del vostro lavoro;
  10. Conoscete qualche addetto ai lavori (scrittore, editor, direttore marketing....quello che vi pare) che faccia parte della casa editrice che vi interessa? Chiedetegli consigli senza vergognarvi ma non usatelo come passepartout per entrare nelle grazie dell'editore. Le cose, a volte, vengono da sè.
  11. Rileggete mille volte il manoscritto e non inviatelo finchè non ne siete pienamente soddisfatti: non vorrete arrivare alla pubblicazione dicendo "Eh, a pag. 207 avrei potuto...";
  12. Ricordatevi di inserire i vostri recapiti sia sulla busta che invierete che sul manoscritto, e non dimenticatevi di aggiungerli sulla lettera di presentazione e la sinossi, piccolini ma leggibili, in un angolo della pagina.
Detto ciò, mi dò un bell'imboccallupo e mi rileggo nuovamente Elenoir 2. Credo sia la decima volta, ma sono ancora all'inizio di questa avventura.

martedì 13 marzo 2012

Wildt: una mostra che non mi perderò.

Ebbene si. Dopo secoli in cui ho pregato in aramaico affinché venisse giustamente organizzata una megamostra su Adolfo Wildt , sotto quotato dalla critica, ma grande, scultore italiano dei primi del novecento, finalmente a Forlì ne organizzano una in quel stupendo complesso museale che sono i Musei di San Domenico. Di una bravura assurda il tipo. Beh, adesso non mi ferma nessuno, ho tempo fino al 17 giugno per fare una cosa che a questo punto è d'obbligo: terminare le riletture varie di Elenoir 2 (per chi non avesse letto Elenoir, il mio primo romanzo, che se lo leggesse) e farmi approvare il testo dal mio editore, nella speranza che non mi abbia data per morta. 
Hey, a proposito di news: martedì prossimo mi laureo in pittura, incredibile no?



mercoledì 7 marzo 2012

Se l'Italia fa schifo è per colpa loro.

Forse non tutti sapete che ci sono tre categorie di persone in Italia che rovinano le giornate a milioni di poveracci e poveracce costretti a subire incessantemente le loro idiozie e imbecillitudini: quelli che lavorano alle Poste, quelli di Trenitalia e coloro che lavorano nelle segreterie. Sono ben tre categorie di burocrati indefessi che passano le loro giornate ad architettare metodi di tortura legalizzati a discapito della nostra sanità mentale. Trovandoci in uno stato dove si tende a lasciare le cose come stanno è pressoché impossibile rivoltare questi luoghi allo scopo di cancellare dalla faccia della terra tali individui. E vabbè. La cosa di cui vorrei parlare adesso è che, quella che credevo essere una prerogativa di tali categorie risulta ahimè essere una caratteristica comune anche ad alcune persone che non vi appartengono. Ieri ho fatto la Tessera Musei di Torino che, grazie ad un accordo con l'Accademia di Belle Arti, mi costa solo 10 euro. Un piccolo miracolo in una landa desolata in cui sembra che la ricerca di cultura a scopo evolutivo sia una malattia venerea. Uno di quelli che lavora all'ufficio in cui  ho fatto la suddetta tessera fa parte, come esponente esterno alla categoria di cui sopra. E non basta. 
Un paio di settimane fa ho avuto a che fare con un professore che mi ha fatto roteare le sfere a velocità pari a c = \frac{1}{\sqrt{\mu \, \varepsilon  }}\,\! . Per prima cosa ha spostato l'esame dal 2 marzo al 24 febbraio, giustificandosi che, tanto, se non sapevamo nulla il 24 , ugualmente non avremmo saputo nulla il 2. Secondo logica quindi, se lui era un cazzone quando gli hanno regalato il posto di lavoro, lo è anche tuttora. Perchè dico questo? Presto spiegato: a grande richiesta è stato deciso che il 2 sarebbe stato possibile migliorare il voto dello scritto (che, premesso, non mi è andato male ) con un orale. Arrivata in classe, dopo una scenata omerica per via del fatto che non avevo specificato che ero li per dare una comunicazione e non per segnare il mio voto dello scritto (e nel frattempo il mio cognome era stato arbitrariamente segnato sul registro- ommioddiooo)... ecco che si scopre che i voti più alti erano di coloro che avevano preparato una tesina da dieci pagine o giù di li su argomenti attinenti al corso. Al che io propongo al prof di fare l'orale a giugno (come era mio desiderio e diritto) ed esprimo la volontà di voler per l'appunto integrare il mio voto con una tesina del cazzo (chiaramente non mi sono espressa così, però 10 pagine per me sono na cippa). Il messere, povero depredato della sua dignità di essere umano, si altera, dicendomi "io sono pagato per fare 50 ore, gli esami non mi vengono pagati" e quindi, in sostanza, che gli rompo le palle a voler fare l'esame a giugno (da notare che c'è pure la sessione di settembre e quella straordinaria di febbraio) e oltretutto a voler portare una tesina che (come già era avvenuto per la parte scritta dell'esame) "dovrà essere corretta nel mio tempo libero". Al che io gli volevo rispondere: 


  1. Che non me ne frega una beneamata minchia se lo pagano "solo" per fare lezione e non per gli esami: il problema è suo.
  2. Baciasse a terra ad avere quel lavoro, visto che come professore fa schifo (sia a livello didattico che come persona visto che - e la cosa è risaputa - è di un viscido pazzesco)
  3. Le dispense che ci ha dato sono vecchie di 10 anni (e non voglio dire che esame sia ma, fidatevi, si tratta di una materia che non può non essere aggiornata almeno annualmente, se non peggio)
  4. Io con le mie tasse pago il suo servizio che corrisponde al mettere il culo su quella benedetta sedia e fare il suo lavoro, visto che di persone volenterose e preparate là fuori è pieno.
  5. Secondo regolamento io posso scegliere quando fare l'esame: se a febbraio, a giugno, a settembre o addirittura a febbraio dell'anno dopo. 
  6. Se gli altri hanno portato una tesina, beh, la porto anche io.
Ma chiaramente preferisco sfogarmi liberamente qui, visto che in Italia è meglio lasciare le cose come stanno. Ad ogni modo l'esame lo dò a giugno. E porto anche la tesina. Tiè.

domenica 19 febbraio 2012

Restare bloccati in ascensore.

Sicuramente vi sarà capitato e, se così non fosse, fidatevi, è più frequente di quanto non si immagini. Per me è la terza volta, ormai sono rodata, anzi, tengo dei corsi: COSA FARE PER PASSARE IL TEMPO MENTRE SI È BLOCCATI IN ASCENSORE. La cosa migliore da fare, chiaramente, è chiamare i vigili del fuoco, il numero è il 115. Ma se proprio volete gustarvi l'atmosfera elettrizzante e dinamica che si respira in quei tre metri cubici di aria che avete a disposizione per respirare, beh...ci sono mooolte possibilità. Per prima cosa: siete da soli o in compagnia? Se siete da soli potete viaggiare con la fantasia, pensate  a cosa ha fatto Kafka. Voi potete fare di meglio. Se siete in compagnia non fatevi trasportare dagli ovvi personaggi sofferenti delle più svariate forme di ansia da claustrofobia. Ce n'è sempre uno/a, è la regola. E poi aspettate. 

Lo so, devo fare la lista del kit di emergenza take away. DEVO.

mercoledì 15 febbraio 2012

Trasferirsi in Costa Rica, subito!

Ragazzi, qui mi sa mi sa che ho trovato il posto dove voler andare a vivere: la Costa Rica! Dalle foto che mi ha spedito una mia amica sembra essere un paradiso naturale, pieno di animali e piante bellissimi, natura incontaminata e tanto tantissimo verde. Oltretutto, cito wikipedia:
In poche parole, è lo stato dove vorrei vivere io. Grandioso. Ora mi informo sulle politiche per l'immigrazione e vediamo che si può fare. 

E poi non dimentichiamoci il libro rappresentativo per eccellenza: Jurassic Park. Azzo.

lunedì 13 febbraio 2012

Violoncellerò?

Forse lo sanno in 2 che a me piace un sacco il violoncello. Beh, si, è una gran figata di strumento, no? Come sarebbe a dire qual'è? Mhhh, è quella specie di grosso violinone che si suona da seduti...non quello enorme, per quello ci vuole la patente speciale per portarlo in giro.
A parte gli scherzi... tutto è iniziato quando, ascoltando il concerto di Giuliani op. 30, che tuttora resta uno dei miei preferiti, mi resi conto che c'era uno strumento là dentro che mi piaceva un sacchissimo. Vi posto un video carino: il chitarrista è quel simpaticone di Giulio Tampalini, davvero bravissimo, oltre che, per l'appunto, simpatico. Sappiate che dura 30 minuti, quindi versatevi un bel bicchiere di vino, accendetevi un sigaro e ascoltate in silenzio.


Detto ciò: oggi ho conosciuto presso il Centro di Formazione Musicale di Torino il Maestro Alfredo Giarbella, violoncellista al, nientepopodimeno che, Teatro Regio di Torino. L'ho incontrato e ci ho scambiato due parole riguardo alla possibilità di iniziare a studiare il violoncello, soprattutto nel caso non dovessi andare in Erasmus (e vista la situazione economica...). Mi ha detto che non ci sono problemi e che con la forza e la pazienza si fa tutto. Insomma, non è una strafigata? La cosa buona è che il Centro è molto economico rispetto ad un insegnante privato, pur offrendo degli insegnanti da paura. Il violoncello lo potrei inizialmente affittare (credo si parta da 15-20 euro mensili) e il resto è solo studiare studiare e studiare...yuppyyy!

giovedì 9 febbraio 2012

Leggete i miei fumetti on line!

Proprio così, forse qualcuno di voi ancora non lo sa, ma molti dei miei fumetti sono disponibili gratuitamente on line! Vi segnalo quello di Elenoir ma potete trovare sullo stesso sito anche altre mie creazioni e, non appena avrò nuovo materiale verrete aggiornati! :-) Buona lettura!


martedì 7 febbraio 2012

Il famoso metodo Miyazaki.

Ebbene si. Questo è quello che ho detto questa mattina alla prof di Pedagogia. Il famoso metodo Miyazaki per l'apprendimento rapido...poco ha a che fare con i violini però.

venerdì 3 febbraio 2012

Uno dei libri più belli che io abbia mai letto :-)

Ogni uomo forte raggiunge immancabilmente
ciò che il suo vero io gli ordina di volere.

~ Herman Hesse - Il lupo della steppa ~

La spesa anti catastrofe.

Ebbene si, io sono una di quelle. Di quali? Di quelle persone che appena hanno il vago presentimento che si avvicini un'alluvione (successo), terremoto (successo), tempesta di fulmini (successo-terrore), glaciazione (in arrivo), va al supermercato a comprare il necessario per la sopravvivenza. E dunque:
  • Casse d'acqua a volontà
  • Latte a lunga conservazione
  • Verdura e frutta fresca
  • Verdura e frutta in scatola
  • Patate e cipolle
  • Scatolame vario (tonno, olive, cose buonine)
  • Uova
  • Carni varie (meglio se congelabili, gli hamburger occupano poco spazio)
  • Sacchi di cereali e legumi secchi
  • Cerotti-disinfettanti-medicine varie (antibiotici, antidolorifici, sciroppi per la gola, antivomito, caccastop, caccasì, assorbenti-nun se sa mai)
  • Biscotti e schifezze varie
  • Lievito per la pizza, pomodoro in salsa e mozzarelle (si possono surgelare)
  • Vari saponi-ammorbidenti e cose per lavare casa...
  • altro.
Insomma, oggi sarà il caso che mi premunisca visto che sono previsti -23 gradi per domenica...gh.

giovedì 2 febbraio 2012

Finalmente! Il film di un libro che amo: La straordinaria invenzione di Hugo Cabret



Waaaaaaaaaaaaaaah!!! Che meraviglia!!!! Gustatevi questo trailer...ma leggetevi il librooo!! La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, lo trovate qui!

mercoledì 1 febbraio 2012

48 piccoli piaceri della vita.

Grazie all'aiuto del mio amorevole fidanzato sono riuscita ad accaparrarmi una scatola da 48 acquerelli Schmincke Horadam a meno della metà del prezzo (inavvicinabile) da negozio! Lo so, non dovrei esaltarmi così per 48 pezzettini di colore...e invece mi esalto a pallaaaa!!! Guardateli, non sono bellissimi?


Inoltre oggi ho inviato il plico con dentro Lamour ad un editore che mi piace molto (e che per scaramanzia non dirò chi sia :-) ). Spero vivamente di poter realizzare quel fumetto, perchè no...con gli acquerelli nuovi nuovi che mi arriveranno presto visto che il tipo di ebay me li ha già spediti! Certo, dalla Germania è un viaggione lunghissimo: li immagino, chiusi in quella scatola, senza conoscersi tra di loro (sono ancora impacchettati) che parlottano domandandosi chi sarà l'artista che li userà... Andranno d'accordo con i miei Winsor & Newton? Parleranno in inglese o tedesco tra di loro? Speriamo che dimentichino la rivalità tra le loro case di produzione e che collaborino a farmi creare cose bellissime.

lunedì 30 gennaio 2012

Lettera alla mia generazione: parte 1

Avete dormito sta notte? Quali erano i vostri pensieri prima di addormentarvi? C'è paura, ansia, panico oppure speranza, gioia e tranquillità? Quello che fate è frutto di una scelta giusta che avete fatto in passato o no? Avrete mai le possibilità che hanno avuto i vostri genitori? Eh, loro erano più poveri in partenza ma poi non hanno avuto troppi problemi a trovare un lavoro, farsi una famiglia e creare...voi. Noi saremo ancora qui tra dieci anni? A piangere per la colpa di essere nati in un mondo più complicato? Avremo la fortuna, perchè di fortuna si tratta, di poter fare quello per cui abbiamo studiato tanto, quello che ci renderebbe felici? O passeremo una vita insoddisfatta, accontentandoci di tappare i buchi con un lavoro che magari doveva essere solo "temporaneo, finchè non mi sistemo meglio"? 
Se siete persone che hanno fatto centinaia di chilometri per trovare una nuova città nella quale crescere, che hanno fatto tante esperienze, che si sono scottati e hanno cambiato la pelle, forse diventando un tantino più cinici (prima ancora che comparisse la prima ruga), non siete da soli. Se vi siete stufati di correre dietro al futuro dei vostri sogni, che tante volte avete visto così vicino, e adesso sentite premere qualcosa sul petto e sapete che non è altro che lo sguardo privo di comprensione di un'altra generazione che tutto ha preso e ora ci chiama bamboccioni, oltre al danno pure la beffa. 
Beh, alzate la testa e prendete un respiro e ancora una volta fate quello che vi è possibile. Sacrificatevi ancora. Ancora notti a lavorare senza nessuno che vi paghi, ancora cedere a compromessi privi di equità, ancora consapevolezza di un domani senza famiglia, ancora certezza di una fredda vecchiaia. Ma non pensate mai che sia la fine. Usiamo le nostre energie per aggrapparci alle zattere che di tanto in tanto passano per questo mare. Siamo tanti ma siamo tutti qui, nuotiamo fianco a fianco e l'unica cosa che possiamo fare è cercare di stare su, a galla facendo il morto. 
Non siete gli unici che vengono guardati come se fossero dei sacchetti della monnezza, raccolta differenziata ovviamente, a seconda di quello per cui vi siete preparati c'è un contenitore diverso. A volte persino i genitori stessi sembrano dirci con gli occhi e con le parole "che dopo tanti sacrifici" ora siamo come il vuoto a perdere.
Se siete donne è pure peggio. Le vostre mamme che "lottando hanno conquistato il diritto al voto" e vi hanno permesso di essere donne libere e lavoratrici, non schiave della famiglia, del matrimonio e del compito sociale di essere mamma ora vi vorrebbero sposate, magari con uno ricco, di buona famiglia. Ma mica per altro, loro si preoccupano per il vostro futuro. 
E tutto quello per cui avete combattuto voi? Tutte le volte che vi siete rese conto che le vostre mamme non avevano sconfitto tutti i draghi di cui vantavano battaglie gloriose? Quella volta che non vi hanno assunte perchè donna di quasi trent'anni? O quando per ricevere un si avreste dovuto lasciare che certe cose venissero fatte?
E poi niente assicurazione, niente contributi, niente certezza di rinnovo del contratto a progetto, niente cassa integrazione (beh, non avete nemmeno un contratto) o addirittura firmare dimissioni in bianco e cose così. 
E se lavorate in ambito artistico niente remunerazione per almeno i primi 10-15 progetti andati in porto il che, se va bene vuol dire i migliori anni della tua vita passati a sgobbare senza mettere nulla da parte per il futuro, vivendo in una casa minuscola insieme a persone ancora più depresse di te che non sanno nemmeno cosa faranno dopodomani, figurati tra un anno.

Non siete da soli.

venerdì 27 gennaio 2012

Yummy: cosa c'è di meglio del caffè e del cioccolato?

Cupcakes al caffè



 

per 12 cupcakes

per la glassa al caffè

per la crema al mascarpone

per decorare

■ Preparazione

Cupcake al caffè
Per preparare i cupcake al caffè e mascarpone in modo originale, ho pensato di farli cuocere in pirottine di silicone a forma di tazzina da caffè, ma in alternativa potete anche cuocerli nelle classiche pirottine di carta e poi mettere ogni cupcake in una tazza. Con uno sbattitore, lavorate il burro (a temperatura ambiente) a crema assieme allo zucchero (1), poi aggiungete le uova (sempre a temperatura ambiente) una alla volta, sempre sbattendo e amalgamando per bene gli ingredienti prima di aggiungere l’uovo successivo (2). Unite anche il caffè tiepido (3)
Cupcake al caffè
e infine la farina preventivamente mischiata e setacciata con la vanillina e il lievito (4). Suddividete il composto ottenuto in 12 pirottine di carta posizionate all’interno dello stampo per cupcake (5) oppure nei pirottini in silicone a forma di tazzine di caffè (6) e infornate a 180° per circa 25-30 minuti in forno statico (prima di estrarli, fate la prova stecchino per assicurarvi che siano cotti).
Cupcake al caffè
Nel frattempo preparate la crema al mascarpone montando la panna fresca con 30 gr di zucchero a velo (7). In un’altra ciotola sbattete il mascarpone assieme ai tuorli e a 30 gr di zucchero a velo (8), quindi mischiate delicatamente i 2 composti stando attenti a non smontare la panna (9). Mettete il composto di mascarpone e panna in frigorifero dentro ad un contenitore con il coperchio.
Cupcake al caffè
Pochi minuti prima di sfornare i cupcake, preparate la glassa al caffè mischiando in una ciotola 250 gr di zucchero a velo assieme al caffè espresso bollente (10); amalgamate fino ad ottenere un composto denso (11) (se risultasse poco denso aggiungete un poco zucchero a velo e nel caso contrario aggiungete un po’ di caffè). Non appena sfornerete i cupcake ricopriteli ancora caldi con la glassa e lasciateli raffreddare (12).
Cupcake al caffè
Estraete il composto di mascarpone dal frigorifero e versatelo delicatamente all’interno di una tasca da pasticcere munita di bocchetta liscia del diametro di circa 8-9 mm e praticate al centro di ogni cupcake al caffè una spirale di crema (13) che andrete a spolverizzare con del cacao amaro (14). Guarnite ogni cupcake con un paio di cioccolatini a forma di chicco di caffè e accompagnate ogni “tazzina” con un cucchiaino di cioccolato (15).


Copiata para para da qui: http://ricette.giallozafferano.it/Cupcake-al-caffe.html Me la segno come promemoria!!!

Interview ^___^




-Elena Romanello7 gennaio 2012-    Accanto ai fumetti tradotti dai mercati floridissimi come titoli come quello statunitense o quello giapponese, o dai Paesi più elitari, come l’America latina o l’area franco belga, sono ormai molti i nomi di artisti italiani della Nona Arte, alcuni anche giovanissimi.
Julie Maggi, fumettista e vignettista torinese, è ormai una presenza costante a fiere ed eventi del settore e ha raccontato ad Articolotre qualcosa su cosa fa e cosa progetta.

Come sei arrivata a fare la fumettista?
Ho iniziato a fare la fumettista prima leggendo molti fumetti, poi studiando disegno e dedicandomi al perfezionamento delle mie sceneggiature. Fin da bambina copiavo i disegni che vedevo in giro e cercavo sempre di esprimere i miei sentimenti con delle illustrazioni. Poi mi sono resa conto che volevo farlo come mestiere e ho cercato di farmi una strada.

Qual è la tua opera a cui sei più legata?
Sono molto legata ad Elenoir, che, pur non essendo prettamente a fumetti (è un romanzo illustrato) rappresenta per me un’età di passaggio, l’adolescenza, in cui molte cose della mia vita sono cambiate. Oltretutto l’ho scritto e disegnato a 21 anni, quindi mi fa molta tenerezza. Ricordo ancora il giorno in cui trovai la prima copia in libreria… un’emozione unica che forse solo una madre può capire!

Che metodo di lavoro hai?
Sono abbastanza severa con me stessa: amo svegliarmi la mattina prestissimo, mettermi subito al lavoro per l’intera giornata e semmai lasciarmi dei giorni liberi durante la settimana per visitare mostre o per brevi trasferte in altre città o in campagna, dove coltivo le mie piante e medito. La mia giornata tipo è molto diversa a seconda della fase del lavoro: se sto scrivendo una trama necessito di silenzio umano e tanta musica rilassante; se invece sto disegnando ho bisogno di ispirazione, quindi necessito di prepararmi con un’oretta di letture interessanti (dai giornali ai libri illustrati); nella fase dell’inchiostrazione la cosa più importante è che nessuno mi tocchi: se mi casca una goccia di inchiostro mi sentono gridare anche a Tokyo. Infine c’è la colorazione: è la fase più rilassante e interessante, ma anche carica di tensione, la scelta dei giusti colori è fondamentale e, lavorando solo ad acquerello, non posso permettermi di sbagliare.

Quali sono i tuoi maestri in ambito fumettistico e non?
Amo molto tutti gli illustratori e i fumettisti dei primi anni del secolo scorso o addirittura della fine dell’Ottocento: Antonio Rubino, Aubrey Beardsley, ma anche Jill Barklem e Arthur Rackham. Nella vita reale ho avuto la fortuna di incontrare persone del calibro di Javier Zabala e Fatih Mika, professionisti nel campo dell’illustrazione il primo e dell’incisione il secondo, che, più di ogni altra cosa, mi hanno dato un metodo di lavoro.

Progetti a cui stai lavorando e prossimi?
Al momento sto lavorando ad un graphic novel intitolato Lamour, completamente scritto, disegnato e colorato da me. Si tratta del mio primo fumetto non a puntate ed interamente a colori: un lavoro lungo ed accurato che necessiterà di un paio d’anni per la realizzazione. Ho terminato quest’estate la stesura di Elenoir 2, il mio secondo romanzo con Elenoir come protagonista e ho completato anche il volume da novanta pagine de “I racconti di Poe”. Presto lo metterò in vendita come raccolta autoprodotta delle storie della piccola punk. In futuro conto di realizzare le illustrazioni dei miei aforismi e poi chissà… al momento credo di essere molto legata al presente!

Come vedi il mercato del fumetto e dell’illustrazione in Italia?
Decisamente in crisi e poco attraente per un giovane artista che necessiti di una crescita “sul campo”. Ma forse è proprio questo che ci rende più forti: sapere che, solo grazie alla professionalità e alla creatività costantemente rinnovata possiamo uscire da questo miasmatico vecchio sistema editoriale, artistico e, più in generale, lavorativo.

Ps: in realtà sono Pugliese, ma vabbè. :-)